Gli anni Settanta tornano molto spesso nelle collezioni contemporanee e si confermano come uno dei decenni più influenti e affascinanti della storia della moda. Sì perché stili molto diversi tra di loro si sono ritrovati a convivere negli stessi anni dando vita a capi diventati iconici, capaci ancora oggi di far sognare e di essere assolutamente contemporanei! Il giubbotto di pelle, le lunghe gonne a balze e i pantaloni a zampa sono solo alcuni dei must nati negli anni Settanta che hanno segnato la moda dell’epoca e anche quella degli anni seguenti. Scopriamo nel dettaglio gli stili più rappresentativi del decennio.
La moda hippie
Una delle tendenze più forti della moda degli anni Settanta è senza dubbio quella hippie. Nato negli anni Sessanta negli Stati Uniti, questo movimento giovanile critica la classe media americana, è contrario alla guerra e promuove uno stile di vita più libero e vicino ai ritmi della natura. La consacrazione di questa controcultura arriva con il festival di Woodstock nell’agosto del 1969 per tre giorni di concerti rock che entreranno nella storia.
Gli anni Settanta si aprono quindi con l’eco di questo grandioso raduno che porta in primo piano lo stile hippie, adottato da donne e da uomini. Una delle sue caratteristiche fondamentali è infatti proprio la moda unisex: camicie ampie, tuniche, cinturoni, bandane e fasce da legare sulla testa, sono proposte da indossare liberamente, senza distinzione di sesso. Le gonne sono lunghe, spesso a balze, e ampie in modo da permettere libertà di movimento. Giacche e gilet sono in maglia o in pelle scamosciata e arricchiti da frange. I tessuti hanno fantasie floreali, geometriche o batik. Anche le scarpe sono comode ed essenziali: via le troppo borghesi decolleté, spazio alle zeppe e agli zoccoli.
Pantaloni a zampa e hot pants
Quando si parla della moda degli anni Settanta una delle prime cose che vengono in mente sono i pantaloni. Le donne iniziano a utilizzarli sempre di più e anche in questo caso, le linee sono unisex. La vita si abbassa fino a scoprire l’ombelico e le gambe si allargano nella famosa forma a zampa di elefante: dal ginocchio in giù l’ampiezza aumenta e cade dritta sulle calzature. La silhouette così si slancia e le gambe si allungano grazie alle zeppe che regalano centimetri in più.
A partire dal 1975 però, anche chi indossa i pantaloni può scoprire le gambe perché vengono lanciati gli hot pants che ora arrivano al limite dei glutei. Questi pantaloncini cortissimi, proposti anche in jeans, creano un vero e proprio scandalo dal momento che prima d’ora nessun capo di abbigliamento aveva scoperto tanti centimetri di pelle, neanche la minigonna o gli shorts in voga negli anni Cinquanta.
Lo stile disco e quello comodo
Non si può parlare della moda anni Settanta senza pensare a quella disco. Spinte dalle tantissime hit di quel decennio, le discoteche diventano i luoghi per eccellenza del divertimento notturno, in cui farsi notare indossando outfit originali. Lunghi abiti scollati, paillettes, hot pants e zeppe altissime sono solo alcuni pezzi dello stile disco. I grandi creatori di moda, come Halston, frequentano le discoteche e vestono le donne più famose che ne sono le star come Cher, Bianca Jagger e Liza Minnelli.
Anche le donne che, sempre più numerose, lavorano, vivono una vita molto attiva e cercano abiti comodi da indossare, hanno i loro capi cult. È il caso del famosissimo wrap dress, ideato dalla stilista belga-americana Diane von Fürstenberg, che fa la sua comparsa nel 1974 con grande successo. Si tratta di un abito a portafoglio in jersey, con colletto e polsini, in genere in tessuto stampato e lungo fino al ginocchio. Si indossa facilmente, è in grado di valorizzare ogni figura perché il tessuto non segna ed è anche molto versatile in quanto adatto praticamente ad ogni occasione. Il wrap dress insieme allo stile androgino sfoggiato da tante donne anche molto famose, una su tutte Diane Keaton, si collocano tra le tendenze forti di questi anni.
Il punk
Dal pacifismo dell’inizio del decennio, nella seconda metà degli anni Settanta si passa all’esplosione di un’altra controcultura giovanile, ancora più dirompente e dissacrante: il punk. Anche in questo caso il desiderio di cambiamento passa dall’abbigliamento che per i punk è trasgressivo e provocatorio, contrario a tutto quello che è borghese. Il nero è il colore predominante per i giubbotti di pelle, i pantaloni strappati o le minigonne e gli anfibi. I capelli, spesso dai colori fluo, sono acconciati in creste acuminate e rasati sui lati, il trucco delle ragazze è pesante e anche sul viso domina il nero. Spille da balia e borchie riempiono i giubbotti, collane, bracciali e anche il viso, in pratica sono gli antesignani del piercing. Lo stile punk diventa una vera e propria moda grazie a Vivienne Westwood e a Malcom McLaren, poi manager dei Sex Pistols, e al loro negozio londinese “Sex”.
Come abbiamo visto, la moda degli anni Settanta comprende stili molto diversi tra loro che da una parte esprimono la ribellione ai dettami e alle consuetudini imposti dalla società e dall’altra invece accompagnano i modi di vivere dell’epoca. Grazie alla molteplicità di forme e di silhouette, la moda di questo decennio potrà essere ancora a lungo una fonte d’ispirazione per i designer contemporanei!
9 Settembre 2024 alle 08:40
Articolo molto interessante. Moda anni 70 fantastica anche se ero ancora una bambina ma le mie sorelle erano già immerse in quel mondo. Vedendo poi le novità di adesso si nota come certi stili ritornano
10 Settembre 2024 alle 14:16
Ciao Linda, grazie! Sì, la moda anni Settanta continua a essere una grande fonte d’ispirazione per gli stilisti contemporanei!