Donna dinamica e stilista creativa, arriva al successo portando le sue creazioni fatte di un indovinato mix di eleganza, colore e modernità. In pochi anni nell’atelier milanese di Jole Veneziani entrano non solo le signore bene della città ma anche star nazionali e internazionali, tutte conquistate dalla sua moda lussuosa e contemporanea e dal suo carattere solare. È il caso di dive come Maria Callas, già cliente di Biki, Marlene Dietrich, Lucia Bosè e Josephine Baker. Grande amante dell’arte e della vita sociale, crea un frequentato salotto letterario nel suo atelier di via Montenapoleone. Nella moda è un’innovatrice ma per decenni rimane fedele al suo look: essendo molto miope, nasconde il difetto visivo dietro grandi occhiali luccicanti, veste spesso con colori scuri e adora indossare molti gioielli.

La ragioniera

Jole Veneziani, nome completo Jolanda Anna Maria, nasce a Leporano (Ta) l’11 luglio 1901 e da bambina si trasferisce con il resto della famiglia a Milano dove già vive il fratello maggiore Carlo. Sebbene in famiglia molti si dedichino all’arte e alla cultura, Jole viene indirizzata agli studi di ragioneria. Controvoglia, vorrebbe diventare un’attrice, inizia a lavorare nell’amministrazione di una ditta di pelli per pellicceria e lì scopre la sua passione: la moda. Nel 1937 decide di aprire il suo atelier e il successo è quasi immediato: le sue creazioni in pelle sono ricercate da molte maison perché innovative e curate nei particolari. In pochi anni, nel 1943, decide di ampliare la produzione e apre un secondo atelier in cui si creano abiti Haute Couture. L’anno successivo trasferisce tutta l’attività in un palazzo più grande in via Montenapoleone, 8 dove rimarrà fino alla chiusura. Jole ha un’indole dinamica ed energica, si dedica al suo lavoro e non si accontenta dei successi fin qui ottenuti ma vuole ancora di più.

Jole Veneziani al lavoro nel suo atelier, anni Cinquanta circa

Tra i protagonisti della prima sfilata di moda italiana

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Jole Veneziani inizia a farsi conoscere anche all’estero. Le giornaliste americane, che ormai viaggiano spesso in Europa alla ricerca di novità da proporre alle proprie lettrici, restano affascinate dalle sue creazioni. Così la moda di Jole Veneziani arriva sulle pagine e le prestigiose copertine di Vogue e Harper’s Bazaar e attrae una clientela sempre più internazionale. Ma è un altro l’evento che le porta il grande successo oltre confine. Nel 1951 Giovanni Battista Giorgini la invita a partecipare alla prima sfilata di moda italiana che si tiene il 12 febbraio presso la sua abitazione a Firenze, villa Torrigiani. Insieme alle altre case di moda italiane presenti, le creazioni dell’atelier Veneziani conquistano la stampa e i buyer americani che spalancano le porte del grande mercato oltreoceano.

Un modello del 1955, da Pinterest

Dall’alta moda al prêt-à-porter

Nel corso degli anni Cinquanta Jole Veneziani consolida il suo successo e dà vita a diverse importanti iniziative. Nel 1952 partecipa alla prima sfilata che si tiene nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, sempre a Firenze. L’anno successivo, insieme ad altri colleghi tra cui Emilio Schubert, Sorelle Fontana, Simonetta ed Eleonora Garnett, fonda il SIAM, Sindacato Italiano Alta Moda. Grazie al suo innovativo uso del colore, l’Alfa Romeo la contatta per un incarico da consulente per rinnovare il colore delle carrozzerie e degli interni delle sue macchine. Jole Veneziani ha un rapporto diretto con le aziende e grazie al suo modo di condurre le trattative riesce ad avere i tessuti e i materiali migliori per le sue creazioni. Negli anni Sessanta, quando irrompe il prêt-à-porter, ne comprende subito l’importanza e decide di creare una linea realizzata in serie, Veneziani Sport.

Cappotto in lana con inserti e cappello leopardati, 1965, da Pinterest

Gli ultimi anni

Il successo porta alla Veneziani anche due prestigiosi riconoscimenti: nel 1954 il Giglio d’Oro della Moda e nel 1961 l’Oscar della Moda (Neimam Marcus Award). Tra il 1970 e il 1971 le vengono conferiti i titoli di Cavaliere al merito della Repubblica e di Grande Ufficiale della Repubblica. Ma il mondo sta cambiando, rapidamente. Nel 1968 le contestazioni giovanili iniziano a far decadere un mondo ritenuto ormai anacronistico. L’alta moda sartoriale perde velocemente il suo ruolo da protagonista, superata dai movimenti giovanili, come gli hippy e i movimenti studenteschi, e dalla produzione industriale. Ormai anziana e vedova, nel 1984 chiude la sede di via Montenapoleone e vende la sua società. Dal centro storico di Milano si trasferisce in via Morgagni dove muore il 10 gennaio 1989 lasciando il suo grande archivio alla Fondazione Bano di Padova.

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