Madeleine Vionnet ha promosso la grande rivoluzione nella moda dei primi decenni del Novecento, liberando le donne dalla secolare costrizione del bustino. Insieme a Paul Poiret e a Chanel ha ideato una nuova immagine della donna, più libera, consapevole e indipendente. Fin dall’infanzia non ha una vita facile ma non si arrende e, grazie alla sua grande volontà e bravura, raggiunge le vette del panorama della moda dei primi decenni del Novecento. Il suo stile, i modelli più famosi e soprattutto il taglio di sbieco esercitano ancora oggi una grandissima influenza sulla moda.
Un ritratto di Madeleine Vionnet, anni Trenta
Francia, Inghilterra e ritorno
Nata in una famiglia povera il 22 giugno 1876 a Chilleurs-aux-Bois, piccolo comune francese non lontano da Orléans, Madeleine si sposa a 18 anni. Il matrimonio è infelice e dopo pochi anni, in seguito alla morte prematura del primo figlio, decide di trasferirsi in Inghilterra, precisamente nel Surrey. Sono anni molto difficili ma con grande determinazione decide di tentare la sorte e si trasferisce a Londra dove inizia a lavorare in una sartoria. Qui mette a frutto e sviluppa ulteriormente le conoscenze apprese in Francia negli anni di lavoro presso una merlettaia. Comprende che la moda è la sua strada e decide di tornare in Francia ma questa volta di andare a Parigi dove inizia a lavorare nell’atelier delle sorelle Callot.
La moda della Belle Epoque
È il 1900 e Parigi sta vivendo una lunga stagione di benessere, dinamismo culturale e artistico. La città è in pieno sviluppo e tanti sono i pittori, i poeti, i ballerini e i couturier che decidono di farne il centro della propria attività. L’atelier delle sorelle Callot è uno dei più importanti dell’epoca, le ricche signore lo scelgono per farsi confezionare gli abiti più alla moda. La maison è all’avanguardia e asseconda la voglia di una moda più libera, meno formale e ingessata. Qui Madeleine Vionnet può iniziare a sperimentare e propone abiti dai tessuti morbidi e leggeri che non hanno bisogno del bustino. Anche Jacques Doucet, proprietario di un altro degli atelier più famosi della città dove la giovane lavora dopo l’esperienza in Callot, incoraggia con entusiasmo il percorso intrapreso da Madeleine. In questi anni anche lui propone abiti senza bustino dai tessuti lucidi e dolci colori pastello. Sempre più numerosi sono i couturier che vogliono una moda più libera e moderna, i tempi sono ormai maturi per il successo di Madeleine Vionnet.
Abito da sera, Sorelle Callot, 1921. Da Pinterest
L’atelier e la guerra
Finalmente nel 1912 Madeleine apre il suo atelier in Rue de Rivoli, la prima importante pietra di quella che diventerà un’attività fiorente con centinaia di impiegati. Sembra il coronamento di anni di dura gavetta ma purtroppo non è così. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l’atelier viene chiuso e Madeleine Vionnet è costretta a lasciare Parigi. Decide di trasferirsi a Roma e qui incontra l’antichità classica. Studia e si appassiona, trascorre gli anni della guerra ad approfondire le sue conoscenze di arte antica compresa la moda dell’epoca. Queste sono le basi per le nuove proposte che avranno un grandissimo successo nei due decenni a venire.
La grande ballerina Isadora Duncan indossa un abito di Madeleine Vionnet, anni Venti circa
Il taglio di sbieco
Con la fine della guerra Madeleine Vionnet torna a Parigi e nel 1919 riapre il suo atelier. Chiama come consulente l’artista futurista Thayaht che disegna il logo Vionnet e che dal 1921, e fino al 1925, diventa il disegnatore ufficiale della maison. Madeleine infatti non disegna i bozzetti dei modelli ma crea i suoi abiti prima tagliando e cucendo i tessuti su manichini alti 80 cm e poi sulle indossatrici. Spesso i suoi abiti sono molto complessi e non di rado deve occuparsi personalmente della vestizione delle sue clienti perché anche le sue modelliste hanno difficoltà a comprendere come farli indossare. In questi anni brevetta il taglio di sbieco che pone fine a secoli di tessuti rigidi e abiti pesanti. Questo tipo di taglio viene effettuato seguendo la diagonale del tessuto a 45° rispetto alla trama, e regala un’inedita elasticità e fluidità al tessuto. Per realizzare un abito con questo tipo di taglio sono necessari molti metri di tessuto che deve essere morbido e di alta qualità. Trionfano così le sete impalpabili e crêpe de Chine, il gabardine e il raso, ideali per i drappeggi. È la svolta e l’atelier Vionnet diventa la meta di donne famose e non, tutte desiderose di indossare abiti morbidi, senza orpelli eccessivi e pesanti. Il corpo è finalmente libero di muoversi ma per indossare i capolavori di Madeleine deve essere tonico, scolpito dall’attività fisica, uno dei principali dettami estetici dell’epoca.
Logo della maison Vionnet disegnato da Thayaht nel 1924, da Pinterest
Madeleine Vionnet al lavoro su un manichino, anni Venti circa
Abile imprenditrice
Madeleine Vionnet non è solo una sarta ma anche un’abile imprenditrice. Da subito comprende che è fondamentale tutelare il suo lavoro e i suoi lavoratori per rendere duraturi i risultati ottenuti dopo tanti anni di gavetta. Con il prosperare dell’azienda propone ai suoi impiegati contratti più vantaggiosi, condizioni lavorative migliori e benefit come la presenza di ambulatori medici, asili e mense. Visto il grande successo delle sue creazioni in molti tentano di copiare la sua moda ma lei decide di far fotografare e catalogare tutti gli abiti che escono dal suo atelier facendoli anche proteggere dal copyright. La decisione è lungimirante visto che i suoi abiti da giorno e da sera, soprattutto i modelli a sirena, sono richiestissimi e immortalati dalle più importanti riviste di moda.
Abito da sera dorato doppiato con pizzo nero e fiocchi, Madeleine Vionnet, 1939, The Metropolitan Museum of Art
Un’altra guerra
All’apice del successo e con diversi atelier di proprietà in attività arriva la Seconda Guerra Mondiale che decreta nuovamente la chiusura di tantissime maison di moda tra cui quella di Madeleine Vionnet. È il 1939 e questa volta è la fine, il secondo dopoguerra non vedrà la riapertura, come invece accade per Chanel. Madeleine Vionnet muore poverissima a quasi 99 anni nel 1975 ma nel frattempo il mondo della moda non l’ha dimenticata. Nel 1973 Diana Vreeland, scrive un breve libretto in occasione della mostra “Inventive clothes 1909-1939” che si tiene al Metropolitan Museum of Art di New York di cui è consulente per il Fashion Institute. Qui la Vreeland, prima influente fashion editor di Harper’s Bazaar e poi direttrice di Vogue USA, definisce Madeleine Vionnet “la più ammirata e importante sarta del ventesimo secolo“.
Diana Vreeland in una foto del 1979 di Horst P. Horst
Vionnet nel XXI secolo
Nel 1988 il marchio Vionnet viene acquistato dalla famiglia De Lummen che dopo diversi anni di silenzio lo riporta finalmente sulle passerelle. È il 2006 quando, dopo quasi 70 anni, viene presentata la prima collezione firmata Vionnet che riscuote un buon successo. Dopo soli 3 anni, nel 2009, la proprietà passa al gruppo Marzotto che prosegue nello sviluppo del marchio che trasferisce la sua sede a Milano ma anche questo assetto è destinato a cambiare in breve tempo. Nel 2012 Goga Ashkenazi, imprenditrice russo-kazaka, acquista il marchio e ne diventa anche il direttore creativo, 6 anni dopo però, nel 2018, inizia a cercare un compratore che al momento non sembra essere ancora arrivato.
Lascia un commento