Anche se la prima parte del decennio è stata caratterizzata dalle difficoltà e dalle privazioni portate dalla Seconda Guerra Mondiale, gli anni Quaranta sono stati molto importanti per la storia della moda e hanno preparato il terreno alle grandi rivoluzioni dello stile. Ma come ci si vestiva in tempo di guerra? E chi ha aperto la strada alla nuova moda degli anni seguenti? Scopriamolo subito!
Anni difficili
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, la quantità di beni inizia progressivamente a limitarsi perché praticamente tutto è destinato agli eserciti impegnati nelle battaglie. Oltre agli alimenti, gli Stati razionano i tessuti, le pelli, i filati e i metalli che vengono impiegati per le armi e per le uniformi. Bisogna quindi ingegnarsi con ciò che si ha ma non è facile! Mancano le calze, il cuoio per le suole delle scarpe, le stoffe per confezionare vestiti e tanto altro ancora. Così si riutilizza tutto ciò che si ha a disposizione, non si butta via nulla e si trovano nuovi impieghi per i materiali e gli oggetti più diversi.
La modella indossa un completo blu con guanti, cappello e borsa, 1940 circa, da Pinterest
Suole di sughero e borse in maglia
Proprio in questi anni nascono le zeppe in sughero che torneranno di prepotenza negli anni Settanta e poi in questi ultimi vent’anni. Si tratta di un materiale naturale di cui c’è abbondanza e che rende le suole delle scarpe robuste e di lunga durata visto che il cuoio è razionato. Le calzature devono essere pratiche e resistenti, come l’abbigliamento. Vestiti e cappotti hanno tasche capienti, spalle imbottite e la vita sottolineata dalla cintura. Dimenticate le fantasie floreali e i leggiadri abiti da cocktail degli anni Trenta, i colori dominanti sono il verde oliva, il marrone, il grigio e tutte le tonalità utilizzate per le uniformi militari. Le calze e gli altri indumenti in seta sono praticamente introvabili e la si sostituisce con la lana e altri filati meno raffinati. Oppure ci si disegna la linea delle calze sui polpacci per creare l’illusione che si indossino comunque. In alternativa si portano i pantaloni, che in questi anni entrano definitivamente nei guardaroba femminili e finalmente non creano più scandalo! Le donne lavorano molto a maglia e realizzano cardigan, guanti, borse e anche altri accessori fino a pochi anni prima prodotti in pelle.
Sandali con suola in sughero, inserti in tessuto e nastri. Anni Quaranta, da Pinterest
Il rossetto rosso
Però c’è una cosa che in questi anni complicati può risollevare il morale delle donne: il rossetto rosso. Proprio in questo periodo, in cui anche i prodotti per il make up sono razionati, le donne indossano il rossetto, che porta un po’ di colore sui volti altrimenti quasi acqua e sapone. È un colore che regala energia e ravviva la moda altrimenti molto austera e pratica. Anche per i capelli ci si deve industriare in mancanza di accessori e della penuria di parrucchieri e di prodotti. La maggior parte delle donne li porta lunghi fino alle spalle, con la riga ben evidente sul lato, fermando alcune ciocche per creare delle morbide onde che accarezzano il viso. In tante usano anche le retine di maglia per raccogliere le chiome, soprattutto quando lavorano in fabbrica o nei campi, sostituendo gli uomini che sono al fronte.
Una giovane Lauren Bacall, anni Quaranta, da Pinterest
Torna la moda da sognare
Nel 1945 la guerra finalmente finisce e piano piano tutto comincia a rifiorire. Si ricostruiscono strade, ferrovie, città, riaprono i negozi e le attività produttive. C’è grande voglia di tornare alla vita normale, di divertirsi e, perché no, di sognare. La moda contribuisce ad alimentare questo desiderio grazie alla pubblicità, alle riviste e alle sfilate che ritornano in questi anni. La moda francese riprende il suo posto di preminenza organizzando già nel 1945 il “Théâtre de la mode”, un tour che tra Europa e Stati Uniti ha per protagonisti i suoi stilisti più famosi. Gli abiti disegnati da designer del calibro di Jeanne Lanvin Elsa Schiaparelli, Madeleine Vionnet e Balenciaga sono indossati da manichini in miniatura disposti su un palco con scenografia e musica. In tantissimi accorrono nelle città toccate da questo particolare tour per ammirare gli abiti dell’alta moda francese e i gioielli di Cartier e Van Cleef & Arpels che li adornano.
Un esempio di allestimento del Théâtre de la mode, 1945. Da Pinterest
Il New Look
Ma è soprattutto un evento in particolare che riesce a far dimenticare gli anni complicati della guerra e segna l’inizio di una nuova era nella moda. Si tratta della prima sfilata che Christian Dior organizza a Parigi nel suo nuovissimo atelier, il 12 febbraio 1947. Le modelle indossano abiti caratterizzati da spalle tondeggianti, non più squadrate, vita stretta e ampie gonne che arrivano al ginocchio e che si muovono dolcemente a ogni passo. Come dice Carmel Snow, caporedattrice di Harper’s Bazaar in un commento diventato leggendario: “It’s such a new look!”. Così, nel giro di pochissimo tempo le privazioni delle guerra vengono dimenticate e si guarda a un nuovo modello di donna. La silhouette femminile è di nuovo a clessidra, i ricami donano luce al viso, le scollature sono morbide. I colori spaziano dalle tinte pastello a quelle più accese, come il rosso, o profonde come il blu notte. Anche i cappotti sono di nuovo avvolgenti e lunghi, un morbido caldo abbraccio dopo anni di lana ruvida. Le calzature ora sono tutte realizzate in pelle, si prediligono le femminili decolleté con tacchi sottili e punta tonda. Una cosa però rimane: il rossetto rosso a cui ora si aggiunge lo smalto en pendant.
Tailleur di Christian Dior, 1947. Da Pinterest
La moda italiana
Come abbiamo visto i Quaranta sono stati un decennio importante e particolare sotto molti punti di vista. E in Italia? Anche nel nostro Paese gli anni della guerra sono stati molto pesanti e hanno lasciato lunghi strascichi come una grande povertà diffusa ma le cose anche qui stanno per cambiare. L’esperienza francese spinge gli stilisti italiani a salire finalmente sul palcoscenico internazionale della moda per presentare la propria visione e la propria bravura. Solo pochi anni dopo il primo defilé della maison di Christian Dior, nel 1951, Giovanni Battista Giorgini organizza a Firenze la prima sfilata di marchi italiani. Grazie al successo di questo evento, la moda italiana sarà sempre più apprezzata dalla stampa internazionale e dai grandi divi del cinema fino ad arrivare alla grande affermazione del Made in Italy negli anni Ottanta. Un altro importante seme gettato negli anni Quaranta.
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