Paul Poiret è stato il primo sarto che nei primi anni del Novecento ha portato con le sue creazioni, una grande rivoluzione nell’abbigliamento femminile. Nei suoi capi si ritrovano la moda di fine Settecento e lo slancio verso l’Oriente che conquista le sue clienti in Europa e negli Stati Uniti.
Le prime esperienze negli atelier parigini
Paul Poiret nasce in un quartiere molto povero di Parigi il 20 aprile 1879. Suo padre vende stoffe e insieme alla madre gli insegna, fin da piccolo, a confezionare ombrelli. Ma Poiret è attratto soprattutto dai tessuti e inizia a creare abiti per la bambola della sorella. Così decide di proseguire sulla strada della moda e comincia a vendere i suoi bozzetti agli atelier di Parigi. I suoi modelli riscuotono successo tanto che nel 1896 è assunto da Jacques Doucet, il cui atelier è uno dei più importanti della città. Entrambi i sarti propongono una moda più lineare rispetto alle ridondanze di fine Ottocento con tessuti leggeri e tagli morbidi. Dopo pochi anni Poiret passa alla House of Worth ma l’esperienza è breve in quanto le ricche clienti dell’atelier non apprezzano la moda innovativa di Poiret.
La prima casa di moda
Finalmente nel 1903 Paul Poiret apre la sua prima casa di moda al 5 di rue Auber. La novità del modo di proporre le sue creazioni sta già nell’aspetto dell’atelier che ha grandi vetrine in cui vengono esposti gli abiti che attraggono gli sguardi dei passanti. Uno stile ben diverso dalle altre maison che non mostrano nulla all’esterno. Il successo arriva in poco tempo e nel 1906 si trasferisce in una sede più grande in rue Pasquier 37. Piano piano sempre più donne decidono di abbandonare lo stile elaborato e costrittivo allora in voga per indossare gli abiti fluidi e moderni di Poiret. Tra queste figurano alcune delle donne più famose dell’epoca, vere icone di stile e di modernità: la marchesa Luisa Casati Stampa, la ballerina Isadora Duncan e l’attrice Réjane.
La moda di Paul Poiret e le raccolte di bozzetti
Il primo abito rivoluzionario per la moda di inizio Novecento è quello in stile Direttorio che viene lanciato nel 1908. Si tratta di un vestito che riprende le linee neoclassiche della fine del Settecento con vita alta, piccole maniche e una lunga gonna che scende dritta fino ai piedi. Con grande intuito imprenditoriale Poiret decide di pubblicare alcuni dei bozzetti più belli e affida l’opera a un famoso illustratore: Paul Iribe. Il libro si intitola “Les robes de Paul Poiret racontées par Paul Iribe” ed esce nel 1908. I bozzetti hanno colori vivaci e mostrano donne che indossano abiti morbidi, drappeggiati, con pochi ornamenti e che finalmente non prevedono l’uso del corsetto. Inizia così la rivoluzione nella moda femminile che porta Poiret a diventare sempre più ricco e famoso. Nel 1909 si trasferisce in un grande palazzo circondato da un enorme parco in avenue d’Antin, dove hanno sede l’atelier e l’abitazione del sarto. Qui si svolgono anche le sfilate, eventi innovativi per l’epoca, per presentare i nuovi modelli e si tengono feste sontuose con centinaia di ospiti.
L’orientalismo
Ma è un’altra la direzione che sta per prendere la moda di Paul Poiret. Nel 1909 arrivano a Parigi i Ballets Russes e il pubblico è conquistato non solo dalla danza ma anche dagli incredibili costumi creati da Léon Bakst. Per il sarto è una folgorazione e inizia a disegnare abiti in stile orientale, con veli, turbanti e tuniche in colori sgargianti e ricchi di richiami all’Oriente. Lancia anche la jupe-culotte, antenata della gonna pantalone, che crea molto scandalo tra i tradizionalisti ma che piace a tantissime donne. Così nel 1911 affida a un altro grande illustratore, George Lepape, la cura del nuovo libro dedicato alla sua moda di ispirazione orientale: “Les choses de Paul Poiret vues par George Lepape”.
Profumi e arredi
In questa fase di grande espansione, Poiret decide di lanciare la sua linea di profumi che chiama Parfums de Rosine, il nome di una delle sue figlie, nata dal matrimonio con Denise Boulet, sua musa per diversi anni. Il lancio del primo profumo avviene in grande stile il 24 giugno 1911, con una sontuosa festa nella sua villa in avenue d’Antin. La Mille et Deuxième Nuit è un evento memorabile, in pieno stile orientale, con musiche e odalische che accompagnano la presentazione di Nuit Persane, fragranza raffinata dall’immediato successo.
Dopo un viaggio a Vienna, in quel periodo culla delle correnti più innovative del design, Poiret apre anche la divisione dedicata all’arredamento che propone mobili, tessuti, tappezzerie e complementi. Anche in questo caso sceglie il nome di una figlia e decide chiamare la nuova avventura imprenditoriale, L’atelier Martine.
La catastrofe della guerra
Il successo di Paul Poiret sembra inarrestabile, riesce a incarnare in pieno lo spirito dei tempi, con i suoi colori vivaci, le linee ardite e la nuova libertà nei movimenti. Creazioni come l’abito paralume, lo scenografico cappotto giallo e nero, gli abiti da sera semplicissimi, ricavati da un rettangolo di stoffa, registrano grandi consensi. Ma tutto si ferma con lo scoppio della Prima guerra mondiale quando Poiret è costretto a chiudere l’atelier. Quando nel 1919 può tornare al suo lavoro nulla è come prima, la Belle Époque è finita e con lei la moda scenografica di gusto orientale, le grandi feste, i tessuti lussuosi e i profumi ricercati. Abbandona il suo grande palazzo-atelier e si trasferisce in una sede più modesta. Per ripianare i debiti tenta delle manovre finanziarie ardite che però falliscono.
Gli ultimi anni
Le proposte di Chanel e di Patou conquistano quella che prima era la clientela di Poiret, ora alla ricerca di uno stile più semplice e pratico. Così, nel corso degli anni Venti decide di dedicarsi ai costumi teatrali e nel 1924 firma gli abiti per il film L’inhumaine di Marcel L’Herbier. La crisi del 1929 lo costringe a chiudere definitivamente la sua società. Nel corso del decennio successivo collabora ad alcuni progetti saltuari e scrive la sua autobiografia, En habillant l’epoque. Muore in povertà nel 1944, quasi dimenticato.
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